Parliamo di “fffortissimo”, il libro in cui Alberto Sinigaglia ha raccolto una scelta degli articoli e delle interviste più interessanti scritti per La Stampa, il suo giornale
Per ritagliare un'intervista veramente interessante, sono indispensabili anzitutto tre cose: buona disponibilità a concedersi, ovviamente da parte dell'intervistato; brillante dialettica e perfetta conoscenza della materia, da parte dell'intervistatore. Due doti, queste ultime, che non difettano certo ad Alberto Sinigaglia, come dimostra il suo libro fffortissimo appena edito dalle Edizioni Accademia Perosi (pag. 302, euro 26,00), frutto di una lunghissima militanza giornalistica.
Storico collaboratore del quotidiano La Stampa, Sinigaglia è stato infatti tra i fondatori dei periodici Musica Viva, Tutto Libri e Giornale della Musica, collaborando spesso con RAI 3. Ed ha già curato volumi dedicati a Massimo Mila, Fedele D'Amico, Gianandrea Gavazzeni e Carlo Maria Badini.
Una raccolta di preziose silhouttes artistiche
In questo succoso libro che si legge quasi d'un fiato, Sinigaglia ha radunato un florilegio di decenni di interviste ed articoli pubblicati su La Stampa in un arco di tempo assai vasto - si va infatti dal 1970 al 2016 - e dedicati ad importanti personaggi della musica: compositori, direttori d'orchestra, strumentisti, con qualche incursione nel campo di chi la musica invece la serve, ma in modo diverso.
Il capitolo più stimolante ci pare forse il primo, che raccoglie parole, pareri, impressioni di alcuni compositori di fondamentale rilevanza della seconda metà del '900. Potendo così leggere cosa pensavano di sé, del proprio lavoro, del panorama musicale contemporaneo – spinti a ciò da domande acute e stimolanti - i canuti Malipiero, Petrassi, Messiaen; e cosa programmavano negli spazi musicali e nelle loro menti i più giovani (allora) Nono, Corghi, Berio, Donatoni, Penderecki, Ferrero, Rhim, Boulez, Henze, Mannino.
Cosa pensano i direttori d'orchestra... e gli altri
Anche la sezione dedicata ai demiurghi dell'orchestra è ricca di fulminanti autoritratti, specie là dove la voce di Sinigaglia spinge l'interlocutore al rivelare pensieri e tratti personali magari nascosti. Passano davanti a noi due decani della bacchetta come Rossi e Gavazzeni, accanto a personalità più vicine a noi: Bernstein, Giulini, Prêtre, Maazel, Mehta, il folletto Ozawa, il volitivo Muti, l'intellettuale Sinopoli, un Claudio Abbado inaspettatamente incline a “correggere” Verdi.
La terza ed ultima sezione, “Altri interpreti”, ci riporta le interviste a numi musicali quali Pavarotti, Rostropović, Weissenberg, Arrau, Ughi, Bahrami, Brunello, Bollani. E ad alcune figure che molta parte hanno avuto nel panorama teatrale e musicale contemporaneo: registi di genio come Zeffirelli , Ken Russel, Ronconi, scenografi fantasiosi come Emanuele Luzzatti, organizzatori infaticabili come Massimo Bogianckino, Giancarlo Menotti, Luciano Chailly, Francesco Siciliani.
Per ultimo. Somma virtù di queste fotografie letterarie è la ricchezza di colore, la messe di ragguagli e di riflessioni, e l'eccezionale capacità di sintesi in pagine spesso di una brevità fulminante, figlie degli esigui spazi giornalistici concessi alla cultura. «La brevità, gran pregio...», come Rodolfo, altro giornalista, dixit.